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Boria, Monica. "Il Movimento del Settantasette e il fumetto." Bilderwelten – Textwelten – Comicwelten. Romanistische Begegnungen mit der Neunten Kunst. Eds. Frank Leinen and Guido Rings. München: Meidenbauer, 2007. 105–23. 
Added by: joachim (7/20/09, 1:28 AM)   Last edited by: joachim (11/12/09, 3:50 PM)
Resource type: Book Chapter
Language: it: italiano
BibTeX citation key: Boria2007a
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Categories: General
Keywords: Italy, Pazienza. Andrea, Politics, Tamburini. Stefano
Creators: Boria, Leinen, Rings
Publisher: Meidenbauer (München)
Collection: Bilderwelten – Textwelten – Comicwelten. Romanistische Begegnungen mit der Neunten Kunst
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Abstract
In Italia gli anni della contestazione studentesca del ’68 prima e del ’77 poi hanno visto un utilizzo ironico e parodico di forme grafiche quali la vignetta, la striscia e il fumetto ai fini della controinformazione e della protesta. Ma gli anni Sessanta e Settanta sono stati anche anni cruciali di rinnovamento stesso del fumetto, con l’arrivo dei fumetti per adulti e di quelli cosiddetti ‘d’autore’.
Nel mio intervento, dopo aver fornito un breve quadro storico-sociologico, mi concentrerò sul Movimento del Settantasette, di cui poi approfondirò la cosiddetta ‘ala creativa’. Gli slogan e i testi del movimento facevano uso di materiali vari, dai jingles delle pubblicità alla musica pop, dalle riminescenze letterarie classiche ai personaggi dei fumetti. Prenderò in esame la specifica interazione tra il medium del fumetto e il progetto del movimento studentesco, interazione che si caratterizza principalmente come distorsione parodica di testi e autori classici, a fini di satira e di protesta. Ne è un esempio il rifacimento di Stefano Tamburini, sulla rivista Zut, del fumetto per ragazzi Il Signor Bonaventura (creato da Sergio Tofano nel 1917 per Il Corriere dei Piccoli). Il duplice intento di Tamburini era quello di dar voce alla protesta degli studenti e di farsi beffe al contempo di un classico della cultura popolare benpensante.
Ma il Movimento è stato a sua volta rappresentato in modo del tutto inedito e originale nelle tavole di Andrea Pazienza, che attraverso il personaggio autobiografico di Pentothal, apparso su Linus nella primavera del 1977, ha dato forma e voce al protagonista di quel movimento, un antieroe ironico che vive tra cortei universitari, viaggi e sogni. Nella seconda parte del mio intervento mi soffermerò dunque sulla prima opera di Pazienza, analizzandone il linguaggio innovativo, sia dal punto di vista del disegno e della scansione delle vignette, che dell’uso della lingua (italiano e dialetto).
A conclusione del mio intervento fornirò una breve valutazione sull’eredità che la ricca stagione di sperimentazione e innovazione avviatasi negli anni Settanta ha lasciato dietro di sé.
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